madre!


Un film che, nel bene o nel male, non si scorda, non si può scordare, che sia un’immagine oppure una sequenza, una battuta o una sensazione, esso è comunque capace di rimanere impresso nella memoria grazie al suo essere esagerato, folle, assurdo.
Fischiato e deriso alla première veneziana dal pubblico e dalla critica che si fa pubblico e che a sua volta si fa critica, rinomata per presunzione tendente all’omologazione urlata: chi più si indigna, urla e sbraita più ha ragione. Invece, il film possiede un proprio valore “autoriale” ricco di quell’energia generata da un piede che non si alza mai dall’acceleratore. Qualunque direzione si intenda prendere si va “simpaticamente” a sbattere. Una libertà totale di narrazione, liberatoria e stimolante. Libertà che denota una certa genialità.

Non si scherza con i santi” e con ciò che rappresentano, ebbene i simboli nel film sono un elemento determinante e gli elementi che compongono il soggetto sono tre simboli: donna moglie, uomo marito, casa. La moglie è una pseudo Madonna, il marito un diavolo egocentrico che sa fingere di non esserlo e, la terza protagonista, la casa (identificazione del pianeta terra) bella e capace di comunicare.
La rappresentazione allegorica principia con l’idillio: in una bella casa isolata, immersa in un paradiso terrestre, una coppia apparentemente serena trascorre il proprio tempo curandola e restaurandola (lei) cercando l’ispirazione artistica (lui, un poeta). Improvvisamente questa letizia viene turbata dall’arrivo inaspettato di alcuni personaggi sgradevoli, invadenti e sfacciati oltre ogni tollerabilità. In poche ore la vita nella casa diventerà un vero e proprio incubo, il che basterà per sconvolgere e cambiare la vita domestica, trasformandola in un’avventura orribile. Il preludio di un’odissea: tutto il male del mondo si instaura dentro la casa che un tempo era regno di beatitudine. Nelle sue stanze si insedieranno religione, fanatismo, segregazione, tortura, razzismo, violenza, odio e disprezzo, in poche parole un pirotecnico luogo infernale.

Si da per scontato che il genere umano sia il punto di partenza, il centro geometrico da dove si origina il buon senso e l’umanità (intesa come l’insieme dei caratteri intellettuali e morali che distinguono la natura umana ovvero i sentimenti di bontà e di comprensione verso i propri simili). La lunga Storia che abbiamo alle spalle e il tempo in cui viviamo dimostrano il contrario, probabilmente questo tipo di evoluzione ha tempi non finiti, eterni, non umani. Per cui se è umanamente impossibile perché non lasciare che nella mente la follia prenda il comando delle operazioni e possa sfogarsi liberamente non ponendo limiti per precipitare in quel nulla da dove tutto ha avuto inizio.




regia
Darren Aronofsky

sceneggiatura
Darren Aronofsky

fotografia
Matthew Libatique

montaggio
Andrew Weisblum

scenografia
Philip Messina

costumi
Danny Glicker

suono
Simon Poudrette

effetti speciali
Mario Dumont

interpreti
Jennifer LawrenceMadre
Javier BardemLui
Ed Harris… Uomo
Michelle PfeifferDonna
Brian GleesonFratello Minore
Domhnall GleesonFiglio Maggiore
(…)

produttore
Scott Franklin
Darren Aronofski
Ari Handel

distribuzione internazionale
Paramount Pictures

distribuzione italiana
Twentieth Century Fox Italy

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Dare, dare, dare.
Non è mai abbastanza.














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